Parigi, i bateaux-mouches compiono 60 anni
Quest’anno, i bateaux-mouches compiono 60 anni e hanno già attirato più di 120 milioni di persone. I mitici battelli, copiati bene o male da tante altre capitali europee, sono diventati a Parigi uno dei simboli della città, tanto da piazzarsi al quarto posto dei “monumenti” più visitati con oltre due milioni di persone all’anno (di cui il 65% di stranieri), dopo la Tour Eiffel, il museo del Louvre ed il Centre Pompidou.
La loro storia iniziò quando Jean Bruel, ex allevatore di mucche in Messico ed ex resistente della seconda guerra, acquistò un battello presentato all’esposizione universale del 1900 che prendeva il nome dai cantieri della Mouche, a Lione, dove era stato fabbricato, e da cui lanciò le prime passeggiate sul fiume. L’idea funzionò tanto che un anno dopo, nel 1950, bateaux-mouches era già diventato un marchio. Col tempo arrivarono le prime barche con tetto trasparente, poi le cene servite a bordo. Anche il termine “bateau-mouche” è ormai entrato nel linguaggio quotidiano, tanto che spesso con esso si indicano a torto tutte le barche turistiche della città. Di “veri” bateaux-mouches, quelli dell’azienda familiare da 18 milioni di euro di fatturato annuo, però ce ne sono in realtà solo quattordici (nel settembre del 2010 ne entrerà in funzione un altro, per un costo di sei milioni di euro). Nei periodi di maggiore traffico, i bateaux-mouches circolano a rotazione ogni quarto d’ora o ogni mezz’ora ed ognuno effettua al giorno almeno 30 percorsi su 15 chilometri.
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