…La befana al Borgo di Sant’Antonio a Napoli (o’buvr)
Ieri sera io e la mia camomillale, sfidando freddo e gelo, abbiam deciso di vivere la serata dell’Epifania in pieno spirito goliardico..:” per i vicoli napoletani”…Purtroppo non ci sono ne immagini ne filmati per potervi far assaporar, vivere la vera atmosfera che si respira in quei vicoli stretti, angusti, dove, ogni piccolo commerciante, non importa se coloniale, macellaio o pescivendolo, quella sera apre battenti, accaparrandosi ogni centimetro ancora disponibile del vicolo…un vicolo strapieno di tendoni, di ceste stracolme di leccornie, lasciando al centro un varco di circa un metro per permettere lo struscio(passeggiata “lento pede”)
In quella sera tutti diventano commercianti, tutto è lecito…”A signor re pizz fritt” (La signora delle pizze fritte)la vedi in un angolo con il suo tavolo con impasto, mozzarella ed affettati, ed accanto una maxi padella d’olio bollente pronto ad ospitare e rendere delizioso quell’impasto farcito; “A signor re panin ro primm pian” Hamburger, patatine, e panini…rigorosamente preparati dalla signora del primo piano che con tanto di friggitrice scesa da casa e piastra, prepara panini affogati di maionese e ketchup a prezzi popolari(la provenienza della signora è chiara…basta seguire il megacavo della corrente che dalla friggitrice arriva al primo piano:)), “O’ bancariell ro bror e purp”…un banco con fornellino e pentola, dove giace in un acqua insaporita, un polipo di grosse dimensioni, lesso, pronto per esser servito in bicchieri con il brodino tipico caldo.Banchetti di ogni tipo, gente di ogni cultura che vivono e convivono questa serata particolare, forse unica nel bene e nel male, dove due simpatici individui “pieni di salute”(basta vedere la panza:)) e dalla parvenza tipicamente effemminata si aggirano per i vicoli con tanto di panariello e mini cartelle per una “tumbulella improvvisata” tra passanti, urlando e mimando i numeri della cabala di volta in volta estratti…scatoli e cartoni abbandonati negli angoli, spyker d’occasione impazziti che urlano, cantano, incentivando i passanti a fermarsi al loro banchetiello….un insieme di vociare, musica, rumori, odori…difficile da descrivere in quattro parole…sicuramente da vivere.
Pareva essere parte di una sola famiglia, protetti ed al sicuro, ma allo stesso tempo tutto quel fracasso, tutto quel movimento di gente per niente normale incutono uno strano timore…
Tutti insieme, in un angolo del mondo più vivo che mai, dove per una sera, i problemi, le angosce restano fuori, all’ingresso ro’ buvr e Sant’Antonio (del borgo di Sant’Antonio), dove regna semplicità, originalità e voglia di festeggiare…ieri però ad accompagnare questo stato di euforia, c’era qualcosa in più, forse sarà difficile comprenderlo, ma ieri, in quei vicoli, c’era allegria, gioia, eccitazione anche per un altro aspetto…finalmente dopo decenni possiamo sostenere una squadra del cuore degna di questa città, della sua storia, della sua popolazione…
Ovunque ci girassimo, bancarielli con maglie del Napoli, foto dei calciatori, calze azzurre, cioccolatini del Napoli, cappellini, di tutto di più…ma ciò che più mi ha sconvolto, è stato ascoltare per una notte intera, ad ogni metro di vicolo la stessa canzone, come se vi fosse una filodiffusione, tutti cantavano, bimbi, anziani, donne e uomini, e l’atmosfera si caricava sempre più d’eccitazione e allegria, da accapponar la pelle…
Si tratta di una rivisitazione della celebre canzone di Giusy Ferreri, Novembre, ideata da un cantante napoletano, Luca Sepe dedicandola a quello che è diventato un vero e proprio beniamino del popolo napoletano, come non si vedeva dall’epoca di Diego Armando Maradona. Lui è Ezequiel Lavezzi.
Siamo andati via frastornati, e con i ritornelli di quella canzone per la testa, ci penso da ieri.. ci penso perchè Napoli, una parte di essa, è spettacolare, unica al mondo, e mi fa male doverla condividere con il tutto il resto che è marcio, che non funziona, che è corrotto e che istante dopo istante violenta una terra ricca, di storia, cultura e potenzialità.
Vi posto la canzone che ieri su tutto, ha regnato sovrana….
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